Italia:Italia, un amore infinito

Lesezeit: 9 Min.

(Foto: Collage: Christian Tönsmann/istock/Getty Images)

Caldo, mafia, Meloni: nonostante tutto, la nostalgia attirerà i tedeschi verso il sud per l'eternità. Perché è così, e come la pensano gli italiani sui loro ospiti?

Di Marc Beise

I tedeschi e gli italiani, una relazione a lungo termine. Fatta di alti e bassi, come sempre. Complessa e talvolta complicata, ma comunque intima, almeno dal punto di vista tedesco. Si dice che i tedeschi amano gli italiani, ma non li stimano. E che gli italiani stimano i tedeschi, ma non li amano. Una banalità, terribilmente rozza sì, ma non del tutto falsa. Vale la pena dare un’occhiata più da vicino.

Partendo dalla visione italiana delle cose, la situazione è relativamente chiara. Probabilmente da italiano non si possono davvero amare i tedeschi. Perché poi amarli? Con il freddo e l’umidità della Germania ancora nelle ossa, i tedeschi si presentano nel sud con la nota arroganza di sapere tutto e meglio. Rigidi come un bastone, piccolo borghesi e taccagni nonostante il loro vantaggio in termini di benessere economico. Per di più, sono l’opposto dell’eleganza: tutto ciò non rende felici, tanto meno curiosi. Questa è ovviamente una generalizzazione inammissibile, altrimenti come avrebbero fatto le tante belle coppie italo-tedesche, già incontrate in entrambi i Paesi, a mettersi insieme? Ma come approssimazione di un fenomeno potrebbe andare. Quindi, in sostanza, gli italiani non amano i tedeschi.

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In modo altrettanto generalizzante, l’italiana o l’italiano rispetta i tedeschi perché ben organizzati, per lo più affidabili ed economicamente di successo. „Stiamo facendo come i tedeschi“, questa frase la si sente ancora oggi pronunciare da un romano orgoglioso che si appresta a ristrutturare il suo palazzo. Ciò significa che i lavori vengono pianificati e svolti correttamente, conformi dal punto di vista ecologico, senza pigri compromessi. La proprietaria di Airbnb elogia gli ospiti tedeschi che lasciano l’appartamento ben curato, mentre gli ospiti provenienti da alcuni altri Paesi non possono che farla emettere un sospiro di disperazione! E il noleggiatore di barche a vela sulla costa ligure preferisce decisamente i clienti tedeschi, perché prima di salpare prendono dimestichezza con la barca – a differenza degli italiani, dice da italiano, che si spingono a largo con le loro tante chiacchiere inutili senza essere in grado di navigare, e poi vedono che succede.

Lo sguardo sull’era di Olaf Scholz è talvolta mescolato a una certa dose di malizia

Questo tipo di ammirazione ha riguardato a lungo anche la politica. Un po’ ottusi lo sono stati, i tedeschi, quando hanno voluto fare della loro politica di austerità il punto di riferimento europeo. Quando è stato creato l’euro, un ministro delle Finanze tedesco disse al suo collega italiano in tutta amicizia: voi con il vostro debito pubblico non potete farne parte. (Naturalmente anche gli italiani sono entrati nell’eurozona, come ci si poteva infatti immaginare una moneta comune europea senza l’Italia? Mai!) Ma poi i tedeschi furono i primi a strappare il patto di stabilità. Potrebbe essere che l’era dell’ammirazione stia ormai volgendo al termine, per tali contraddizioni e, più recentemente, anche per via del cancelliere della coalizione semaforo. Lo sguardo sull’era di Olaf Scholz in Italia è talvolta mescolato a una certa dose di malizia: sembra che l’efficienza tedesca segni ormai il passo, dato che il governo è in costante inciampo, l’economia zoppica e tra il cancelliere e il popolo la comunicazione latita. Horribile dictu: mancanza di comunicazione, inimmaginabile proprio per gli italiani!

rappresentanti dell’economia tedesca confermano volentieri i dubbi sull’eccellenza del loro Paese quando comunicano ai loro interlocutori stranieri, che lo si chieda loro o meno, quanto tutto vada male in Germania e come il campione del mondo delle esportazioni e dell’industria, un tempo tanto lodato, si sia messo in difficoltà da solo. La Germania di oggi sembra ormai votata alla pigra sedentarietà piuttosto che a una vitale propensione all’offensiva, e gli italiani ne prendono atto con interesse.

Ora passiamo all’altra parte: i tedeschi non apprezzano gli italiani, così prosegue il detto, ma… – sì, potrebbe essere vero; dopo tutto, si tratta di una melodia che viene intonata da molto tempo, e che quindi non si può dimenticare così facilmente. Il tedesco è diffidente per principio, ha ascoltato e letto molte storie e quindi conosce in modo affidabile i noti problemi dell’Italia: disorganizzazione, crisi di governo senza soluzione di continuità, debito pubblico estremo, mafia, borseggiatori, spazzatura. E chi non ci crede, un giorno cercherà invano la sua auto nel parcheggio della spiaggia dove l’ha lasciata prima di fare il bagno. Più tardi, alla stazione di polizia, incontrerà altre persone accomunate dallo stesso destino e apprenderà che probabilmente c’era una banda di scassinatori in giro, e i Carabinieri lasceranno intendere che non si può fare nulla, succede.

Quindi il rispetto proprio no, ma almeno il grande amore, per sempre?

La triade che eternamente seduce: antichità, Rinascimento e Romanticismo

L’amore sembra infatti inciso indelebilmente nel marmo di cui sono costruite le tante testimonianze del passato di Verona, Firenze, Roma e Agrigento, città tanto amate dai tedeschi. Il numero di visitatori è a livelli record, ma perché è così? È su questo che ruotano le conversazioni tra amici, ma tutto è molto faticoso: quando sembra di aver trovato l’argomento definitivo, qualcuno del gruppo se ne esce all’improvviso con un „sì, ma…“, e non ha forse ragione?

Sullo scaffale dell’edicola italiana, lo sguardo cade per caso su una rivista colorata in lingua tedesca per lettori che si apprestano a viaggiare in Italia. Una volta sfogliata, è chiaro: qui si tratta di arte e cultura, cibo e piacere, sole e mare, ciò che secondo gli editori tedeschi dovrebbe far venire voglia d’Italia. Cultura, ovviamente. Da sempre il tedesco è sedotto dalla triade costituita da antichità, Rinascimento e Romanticismo. Schiere di intellettuali estasiati seguono da due secoli le orme di Goethe in direzione sud. „Et in Arcadia ego“, così inizia il Viaggio in Italia. Anche se, diciamo la verità, il canone tradizionale ha già perso molta importanza. Certo, l’Arena di Verona, la Galleria degli Uffizi di Firenze e il Colosseo di Roma esercitano ancora il loro fascino, e ovviamente Venezia come opera d’arte totale! Ma il numero di coloro che intraprendono questo viaggio di formazione diminuisce. Ed è sempre più difficile usare il vecchio Goethe come argomentazione, ora che non è più una lettura obbligatoria nemmeno in Baviera (in Baviera!). Al contrario, in Italia non c’è modo per sfuggire a Dante; alla faccia del divario educativo. Ma un po’ di Goethe c’è ancora in ogni tedesco, anche se resta solo un vago ricordo della famosa domanda: „Conosci il Paese dove fioriscono i limoni?“

Il mix di eleganza e leggerezza, non prendere tutto così sul serio, mostrare una certa serenità: lo storico dell’arte tedesco e italiano d’elezione Golo Maurer, direttore della Bibliotheca Hertziana di Roma, nel suo nuovo meraviglioso libro Rom. Stadt fürs Leben ha coniato il termine „sistabenismo“, da „si sta bene“. Traduzione libera: „andrà bene“. È il codice del benessere personale per cui non servono grandi cose.

Il benessere in Italia inizia spesso proprio dietro l’angolo

Se si ascoltano i romani conversare nella vita di tutti i giorni, afferma Maurer, „a volte pare sentir parlare gli afflitti del limbo. Tutto è una merda“. L’autobus non arriva, la città è piena di cantieri, i commercianti sono esausti, niente funziona – ma poi, al momento del saluto, alla domanda: „Tu cosa fai il weekend?“, i problemi sono come spazzati via: ad attendere ci sono la famiglia, il cibo, la spiaggia. Il sistabenismo, per Maurer, sono „piaceri che gli italiani si procurano da soli, nonostante tutti gli sforzi del governo e della burocrazia per rovinare la vita ai loro sudditi“. Questo stare bene non deve nemmeno essere costoso, non richiede una vacanza benessere o un volo per il sud. Inizia dietro l’angolo, nel bar più vicino, dove al bancone si prende il caffè, accompagnato da un tramezzino con prosciutto o tonno, preferibilmente non confezionato in cellophane, ma conservato in un panno umido.

Il sistabenismo lo si trova – attenzione, cliché – geneticamente in ogni italiana e in ogni italiano. Ed è proprio questo che attira i tedeschi. Ecco perché alcuni a Roma fanno pazientemente la fila di un’ora davanti al locale pubblicizzato su Instagram nel quartiere di Trastevere, dove la pasta viene servita in un tegamino di latta (cult!), e altri desiderano assaporare la vita sulla terrazza del rustico appena acquistato in Toscana o – nuovo trend – in un trullo, le case circolari della Puglia.

È interessante notare come gli ospiti in Italia trovino ammissibile ciò che in patria considererebbero un affronto grave. Il disordine, la sporcizia, il caos… tutto improvvisamente in qualche modo degno d’ammirazione. Qualcuno potrebbe persino provare a essere come mai penserebbe di essere a casa. A questo proposito, una piccola storia del principe dei poeti Goethe, che nel suo viaggio in Italia non solo ha reso onore all’alta cultura, in un modo difficilmente superabile dal punto di vista dell’impatto emotivo, ma ha saputo anche esaltare magistralmente la vita quotidiana. Golo Maurer si dedica a questo tema in un altro libro: Heimreisen. L’Italia, scrive lì, viene dichiarata vera e propria patria da Goethe e dai suoi spiriti affini, la vecchia patria degradata a diaspora. Anche se il sud, almeno allora, 250 anni fa, dal punto di vista nordico rappresentava un peggioramento, una minimizzazione della comodità e della civiltà. Quando Goethe arriva alla locanda di Torbole, vi cerca rifugio e chiede „all’oste una comodità, questo indica il cortile: „Qui abasso può servirsi.“ „Dove?“ „Da per tutto, dove vuol!“ E Goethe allora si rilassa e si appresta a gozzovigliare: gli italiani „sono sempre fuori e nella loro spensieratezza non pensano a nulla (…) I piazzali e i portici sono tutti ricoperti di immondizia, ed è naturale“. A Weimar, al gentiluomo una cosa del genere non sarebbe certo piaciuta.

Che si tratti di una piccola bugia o di una grande truffa, la Chiesa mostra sempre comprensione

Ora, dal punto di vista argomentativo, il piacere del peccato non è poi così lontano. Viene quindi naturale ricordare che l’Italia, e Roma in particolare, non è solo la patria degli italiani, ma anche quella della Chiesa cattolica. E che si tratti della piccola bugia domestica o della grande truffa ai danni della collettività, la Chiesa mostra comunque comprensione. Non passa quasi un giorno senza che si rendano note nuove malefatte di funzionari ecclesiastici, spesso nominati dallo stesso Papa Francesco, che ha in gran parte rinunciato ai piaceri terreni e soffre – e tuttavia non può impedirli – della lussuria, del lusso e degli intrighi all’interno della sua istituzione. Ancora oggi nelle chiese è possibile ottenere l’indulgenza in cambio di preghiere e denaro, eventualmente tramite pagamento con carta. Hai perso la retta via, povero peccatore, pentiti e andrà tutto bene! La Chiesa mescola il doppiopesismo nel cocktail della vita, ed ecco che il peccato è dolce.

Ovviamente, l’amore per l’Italia può anche essere giustificato in una chiave molto più quotidiana, ovvero quella linguistica. L’italiano è considerata una lingua veloce da imparare – il che è relativo, come si nota subito quando ci si appresta a uno studio più intensivo, ma il primo approccio è facile, a maggior ragione per chi può esibire una conoscenza più o meno solida del latino. Tutti conoscono qualche modo di dire italiano e alcuni sanno anche cantare i grandi successi. Si parla come si scrive e si legge: come non poter esserne grati.

Un altro argomento imbattibile è il clima. È allettante trovarsi in un Paese dove per lo più splende il sole e fa caldo per molti mesi all’anno. Dove non si deve temere di essere di nuovo sorpresi dalla pioggia, motivo per cui la sera ci si può sedere all’aperto al relax e godersi una meravigliosa atmosfera. Spiaggia, spaghetti, piazza e pizza, vino rosso – alla fine l’amore dei tedeschi si nutre di un mix di tanti ingredienti – e poi c’è il collante che tiene tutto insieme: la vicinanza geografica. Non c’è altro Paese del desiderio così facilmente raggiungibile in auto, autobus o treno.

Costa Azzurra, costa atlantica, Spagna, Portogallo, Croazia, Grecia! Tutte destinazioni calde e belle, ma il viaggio o è dannatamente lungo o si deve andare in aereo. Per Maiorca, probabilmente il 17° Stato federale della Germania, serve comunque un volo low cost. Musica diversa in Italia: in due ore e mezza il bavarese di Monaco di Baviera arriva al Brennero, e dietro c’è già l’Italia, la tanto sognata Italia. Sole, profumi, suoni. L’autogrill è la promessa, e ancora prima del primo espresso, all’ingresso si vede la carta stradale che mostra il Paese fino alla Sicilia: è tutto lì. Ancora due ore e si arriva sul Lago di Garda. Se non è Italia questa.

Ecco perché i tedeschi amano l’Italia, e così rimarrà, anche se le cose si faranno meno piacevoli a causa dei cambiamenti climatici e il ministro della Sanità tedesco Karl Lauterbach, durante una vacanza in Toscana nell’estate 2023, quando come ogni anno il caldo era veramente torrido, ha già proclamato proprio per il troppo caldo la fine dell’Italia come meta turistica. Non senza aver fatto poi comunque un giro a Roma e scattato un selfie alla Fontana di Trevi.

P.S.: A proposito, ci sono anche buoni motivi non solo per amare, ma anche per rispettare l’Italia e i suoi abitanti. La serenità con cui la gente di queste parti sa prendere le cose per il verso giusto, anche quando inveisce contro di esse, porta a una stabilità politica di una bellezza mozzafiato. In questo momento c’è un governo di estrema destra ai comandi del potere, con una premier, Giorgia Meloni, che proviene dall’ambiente post-fascista, ma che è stata eletta da persone che non sono affatto di destra come quelle che hanno eletto e che potrebbero mettere di nuovo fine all’esperimento se il governo dovesse diventare troppo ideologico e troppo poco pragmatico. È improbabile che l’Italia sperimenti il tipo di braccio di ferro che abbiamo visto per molti anni negli Stati Uniti di Trump e che l’ascesa dell’AfD in Germania fa temere. Tanta stabilità dovrebbe meritare una certa dose di rispetto.

Traduzione: Translated

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